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INTERVISTA ALLO SCRITTORE E CRITICO D’ARTE PASQUALE DI MATTEO

di Vincenza Mei

Benvenuti all’intervista con Pasquale Di Matteo, esperto di comunicazione, scrittore e critico d’arte internazionale.

Oggi esploreremo le sue opinioni sul motivo per cui le opere d’arte non si vendono più come un tempo.

Domanda: Buongiorno Dottore, grazie per essere qui oggi.

Pasquale Di Matteo: Pasquale va benissimo. La laurea non deve essere un orpello di cui fregiarsi e poi, non prescrivo medicine.

Sorrido, poi pongo la domanda: Va bene, Pasquale. Per iniziare, vorrei mi spiegassi la differenza che vedi tra un pittore e un artista. Ne parli spesso nei tuoi scritti, sui social e ai vernissage. Vuoi ribadire il concetto per gli amici del blog di Soulharmony Gallery?

Pasquale Di Matteo: Certamente, innanzitutto, grazie per questa intervista.

La differenza tra un pittore e un artista è semplice, ma fondamentale e consiste nel messaggio.

Un pittore può eccellere nella tecnica, ma potrebbe non trasmettere alcun messaggio di rilevanza.

Al contrario, l’artista potrebbe non avere la stessa maestria tecnica, ma è in grado di veicolare messaggi profondi e significativi attraverso la sua arte.

Un esempio che faccio spesso, e che si presta benissimo, è quello di Otto Dix, che, attraverso le sue opere, ha raccontato le controindicazioni prodotte dalla società del suo tempo, spiegando, di fatto, il perché dell’ascesa del nazismo.

L’arte va oltre la mera competenza tecnica. L’arte è comunicare: coinvolge l’espressione e la comunicazione di emozioni e concetti.

Immagini di eventi con il critico d'arte e scrittore italiano Pasquale Di Matteo
Immagini di eventi con il critico d’arte e scrittore italiano Pasquale Di Matteo

Domanda: Parlando di comunicazione, qual è il ruolo che le gallerie d’arte giocano nella mancata vendita di opere, secondo la tua opinione?

Pasquale Di Matteo: Le gallerie d’arte non svolgono più un ruolo cruciale nel mercato dell’arte contemporanea. Purtroppo, molte di esse non riescono a portare un pubblico adeguato ai vernissage.

Mi è capitato persino di imbattermi in galleristi infastiditi dal fatto che l’artista in esposizione non avesse portato gente in galleria.

Sembra Zelig, ma è realtà.

Questo potrebbe essere dovuto a una mancanza di strategie di marketing efficaci o a una scarsa comprensione del mercato dell’arte. O, più propriamente, al fatto che il mondo è cambiato e, con Internet, le gallerie, così come i luoghi di culto, hanno perso importanza.

Oggi non conta più dove esponi, ma come sai vendere la mostra e la tua arte.

Conta la comunicazione.

Le gallerie dovrebbero essere dei ponti tra gli artisti e il loro pubblico, ma spesso questo passaggio fondamentale viene trascurato proprio perché i galleristi non sanno fare comunicazione e sono ancora legati a concetti preistorici come l’importanza della sala, il nome blasonato come ospite d’onore e altre strategie che non hanno più alcun senso.

Domanda: Un elemento interessante che hai menzionato spesso è l’impatto dell’Ikea ​​sul mercato delle opere d’arte. Potresti approfondire questa riflessione?

Pasquale Di Matteo: Certo. L’ascesa di giganti del retail come Ikea ha influenzato notevolmente il mercato delle opere d’arte.

Molte persone che in passato avrebbero investito nella pittura di qualche artista ora preferiscono optare per decorazioni più accessibili dal punto di vista economico, perciò vanno a caccia di stampe da quattro soldi.

Non valgono niente, ma alle pareti di casa fanno il loro compito.

Questo fenomeno ha inevitabilmente ridotto la domanda sulle opere d’arte tradizionali. È un cambiamento culturale e comportamentale che gli artisti e le gallerie devono affrontare.

Un cambiamento che, di fatto, porta a vendere solo gli artisti che arrivano a certe dimensioni e a determinati prezzi, capaci di stuzzicare gli appetiti di investitori multimilionari.

I romanzi dello scrittore Pasquale Di Matteo
I romanzi dello scrittore Pasquale Di Matteo

Domanda: Hai sottolineato l’importanza per gli artisti di investire nel proprio marchio. Potresti condividere qualche consiglio su come gli artisti possono costruire una forte identità di marca?

Pasquale Di Matteo: Assolutamente. In un mercato dell’arte sempre più competitivo, investire nel proprio marchio è fondamentale. Gli artisti devono iniziare definendo chi sono, qual è il loro messaggio e quale impatto vogliono avere sul mondo.

Saggio d'arte del critico d'arte Pasquale Di Matteo
Saggio d’arte del critico d’arte Pasquale Di Matteo

Dovrebbero costruire una presenza online forte e coerente, attraverso siti web, social media e portfolio online. Profili che vanno seguiti almeno settimanalmente con post, frasi e immagini ottimizzate da un professionista.

Il fai da te, sui social è piuttosto diffuso, ma è il motivo per cui con tanti non funziona.

Non conta avere 10.000 follower non ottimizzati, così come non conta avere tanti cuoricini di persone più interessate a una scollatura nella foto che all’opera presentata.

Inoltre, collaborare con gallerie e partecipare a mostre può contribuire a costruire il riconoscimento del proprio nome nel settore, ma anche gli eventi vanno centellinati. Ne consiglio sei, sette al massimo ogni anno. Il resto del budget va investito in comunicazione.

Grazie a Pasquale Di Matteo per le sue illuminanti riflessioni sull’argomento. Questa discussione ci ha offerto preziose prospettive sul motivo per cui le opere d’arte non si vendono più come un tempo. Ci auguriamo che queste considerazioni siano d’ispirazione per gli artisti che cercano di navigare in questo dinamico panorama artistico contemporaneo.

Ricordo che Pasquale Di Matteo è anche disponibile, in forma esclusiva e solo per pochi artisti, a un programma di comunicazione e formazione del brand d’artista. Un programma personalizzato, che si espleta in cinque anni e che contiene la realizzazione di post settimanali per tre social dell’artista, preparati direttamente da Pasquale Di Matteo, più l’introduzione in alcuni eventi dello stesso Di Matteo e anche all’interno di Soulharmony Gallery.

PROSSIMI EVENTI CON PASQUALE DI MATTEO

I COLORI DEL PENSIERO: UN VERNISSAGE DI CONCETTO ALLA GALLERIA EUROPA A LIDO DI CAMAIORE.

Pensiero e concetto alla Galleria Europa di Lido di Camaiore, grazie all’evento I Colori del Pensiero, organizzato dall’artista di Soulharmony Gallery, la Dott.ssa Simona Veronica Verzichelli, e dal Dott. Pasquale Di Matteo, Ceo di Soulharmony,

Sabato 16 settembre 2023, gli spazi della Galleria Europa a Lido di Camariore si sono trasformati in un crocevia di emozioni e riflessioni durante il vernissage dell’evento “I Colori del Pensiero”.

Persone in galleria Europa per l'evento di Pasquale Di Matteo

Occasione straordinaria per filosofare, che ha dato vita a un dialogo vibrante tra l’arte e la filosofia del pensiero, guidato dal critico internazionale, scrittore e specialista della comunicazione, Pasquale Di Matteo.

Il Dott. Di Matteo ha sottolineato l’importanza cruciale del pensiero libero e non convenzionale in una società come la nostra, dominata dallo scientismo, dove ogni deviazione dai canoni imposti dai media è vista con sospetto

Critico d'arte italiano Pasquale Di Matteo presenta la mostra in Galleria Europa

«Pensare e nutrire il dubbio sono il motore dell’intelligenza» ha detto Di Matteo. « […] e gli artisti che io e la Dott.ssa Simona Veronica Verzichelli abbiamo selezionato per questa rassegna rappresentano, ciascuno con il proprio linguaggio, una forte propensione al pensiero e al dubbio, che alimentano nelle loro espressioni artistiche, con cui raccontano e sviscerano il nostro tempo.»

Critico d'arte italiano Pasquale Di Matteo
Simona Veronica Verzichelli e Pasquale Di Matteo

La serata è proseguita con la presentazione dei cinque artisti protagonisti dell’evento.

Massimiliano Sciuccati, talentuoso artista lombardo, di cui Di Matteo ha puntualizzato i suoi colori vivaci e le figurazioni femminili che sono solo uno strato superficiale delle persone delle quali l’artista è capace di scavare nelle profondità dell’anima.

Critico d'arte Pasquale Di Matteo con Massimiliano Sciuccati
Critico d’arte Pasquale Di Matteo presenta Massimiliano Sciuccati

Poi il critico internazionale Pasquale Di Matteo ha presentato Farg², connubio artistico composto da Francesca Ghidini e Alessandro Rinaldoni, con la loro capacità di unire l’arte fiabesca di Ghidini, che parla di relazioni e di dinamiche del mondo femminile, alla rappresentazione fluida delle riflessioni sociali di Rinaldoni.

Critico d'arte Pasquale Di Matteo con Farg²
Critico d’arte Pasquale Di Matteo con Farg²

Farg² sarà presto presente su Soulharmony Gallery.

Di Petruska Merisio, artista bergamasca dalla tecnica raffinata, Di Matteo ha sottolineato la visione geometrica e aulica dell’universo, attraverso linee che rimandano alla sezione aurea, alla spirale e alla ricerca dell’ordine di tutte le cose, rielaborando i tormenti scaturiti dal vivere in una sequela di emozioni che si fanno colore.

Critico internazionale Pasquale Di Matteo e Petruska Merisio
Petruska Merisio e il Dott. Pasquale Di Matteo

Patrizia Testoni, altra artista di Soulharmony Gallery, ha presentato agli spettatori un percorso di sentimenti e di colori legati alla terra, riconducendo alle radici familiari, alla ricerca di un significato profondo della vita, attraverso la sua abile manipolazione dei colori e delle forme, in saliscendi che si perdono all’infinito.

3 opere di Patrizia Testoni

Infine, Di Matteo ha presentato la Dott.ssa Simona Veronica Verzichelli, curatrice della mostra, che ha stupito con la sua visione filosofica delle controindicazioni del nostro tempo, espressa attraverso una serie di opere vivaci e intense, in cui a prevalere sono le cromie di blu, colore che rappresenta, per antonomasia, la parte più intima del sé e della meditazione.

Al termine delle presentazioni, la Dott.ssa Verzichelli ha intervistato il Dott. Pasquale Di Matteo in merito alla sua attività di romanziere, focalizzando l’attenzione sugli aspetti sociali legati ai suoi romanzi, soprattutto a Il Segreto di Lukas Kofler e a Il Lato Oscuro del Tempo.

La serata si è conclusa con un rinfresco, durante il quale gli ospiti hanno potuto approfondire i discorsi sulle opere d’arte esposte, condividendo impressioni e riflessioni sia con il Dott. Pasquale Di Matteo, sia con gli artisti intervenuti appositamente.

“I Colori del Pensiero” si è dimostrato un evento non solo di straordinaria bellezza visiva, ma anche di profonda partecipazione intellettuale. Un’esperienza che ha fatto emergere l’importanza di abbracciare il pensiero libero e che ha reso omaggio all’arte come veicolo di espressione e di trasformazione culturale.

In una società sempre più bisognosa di visionari e di liberi pensatori, eventi come questo rimangono un faro di speranza e ispirazione per coloro che osano pensare al di fuori degli schemi prestabiliti.

Perché, come ha ricordato lo stesso Di Matteo, «studiamo i grandi maestri del Novecento non tanto per le loro abilità tecniche, ma soprattutto per i racconti cromatici del loro tempo. Per esempio: attraverso Otto Dix, possiamo comprendere i motivi che hanno spinto il popolo tedesco a seguire la follia nazista e anche come sia stato possibile che tanti italiani abbiano alimentato il fascismo.»

L’arte, dunque, come espressione e veicolo di cultura e non solo fatta di mostre ed eventi che non fondano su argomenti forti, duri, capaci di esplorare la società e di argomentare in merito a quanto accade intorno a noi.

La mostra I Colori del Pensiero, sarà aperta al pubblico fino al 23 settembre 2023, dalle 17 alle 21, sabato fino alle 22.

SOULHARMONY GALLERY, LA GALLERIA D’ARTE CHE METTE GLI ARTISTI AL CENTRO

L’arte non è tecnica e bellezza, ma una voce che parla di temi importanti, di emozioni profonde e di riflessioni che toccano l’anima. Ed è proprio questo il cuore del nuovo corso di Soulharmony Gallery, la galleria virtuale numero uno. Un nuovo corso orientato all’esclusività, dedicato a un massimo di 20 artisti messi al centro di tutto.

L’Esclusività al Servizio dell’Arte

In un mondo affollato di stimoli visivi, dai social, ai cartelloni pubblicitari, e di mostre d’arte che sono sempre più fiere mercato, Soulharmony Gallery ha deciso di fare la differenza con un nuovo corso riservato a un ristretto gruppo di artisti, per garantire loro una visibilità senza pari.

Gli artisti di Soulharmony Gallery hanno l’opportunità di esporre le proprie opere in una cornice virtuale di prima classe, dove l’attenzione per la creazione di eventi esclusivi e che abbiano temi profondi è maniacale.

Eventi Gratuiti per Gli Artisti, Tutto l’Anno

Soulharmony Gallery si impegna a sostenere gli artisti. Per questo motivo, l’intero calendario dell’anno è dedicato a eventi gratuiti per gli artisti che fanno parte della galleria, concepiti per valorizzare le loro opere e i loro linguaggi cromatici.

Eventi virtuali che sembrano reali, a cui possono partecipare anche artisti che non fanno parte della galleria, pagando un costo più ridicolo che irrisorio.

Eventi in cui gli unici protagonisti sono i pittori, non gli organizzatori o i personaggi di contorno in cerca di un modo per tornare di moda.

Arte Come Voce

In Soulharmony Gallery c’è la convinzione che l’arte sia una forma di espressione che va al di là del senso visivo. L’arte è una voce che parla di temi importanti, che solleva domande, che ci fa riflettere sul mondo che ci circonda.

La differenza tra un pittore e un artista la fa proprio la capacità di veicolare messaggi.

«Un pittore dotato di tecnica ineccepibile e dal tratto mozzafiato non è necessariamente più artista di un collega con meno tecnica, se quest’ultimo ha un messaggio superiore» dice il Dott. Pasquale Di Matteo, critico d’arte internazionale, scrittore e Digital Marketing Specialist.

«L’arte è comunicazione» continua il critico Di Matteo. «Molti pittori lo dimenticano, vincolati da schemi e tecniche che limitano la creatività. Un artista comunica il suo tempo, lo sviscera grazie a una sensibilità maggiore rispetto alla persona e comune e lo racconta attraverso la sua sintassi cromatica o attraverso un linguaggio artistico innovativo. Quanto alla tecnica, se è funzionale a veicolare un messaggio, ben venga, altrimenti è dimostrazione di saper fare, ma non necessariamente arte, cioè saper comunicare qualcosa..»

Anche sul tema delle mostre, Pasquale Di Matteo non usa mezzi termini: «Gli artisti sono stanchi di essere spremuti come bancomat per finanziare eventi in cui espongono a decine, pubblicizzati con la partecipazione di personaggi tirati fuori dalla naftalina, gente in cerca di un ritorno alla notorietà sfruttando proprio questi eventi. Soulharmony, così come è nella mia filosofia, persegue una strada differente. A noi non interessano i personaggi noti. Non sappiamo cosa farcene. Non ci interessano i politici o i guru dell’arte. Ci interessa capire e veicolare i messaggi degli artisti

Ogni evento organizzato dalla galleria ha un tema importante al centro della discussione «perché l’arte che non fa discutere non è arte. È estetica, folklore, design, ma non è arte.»

Gli Artisti Sono i Veri Protagonisti

Il pensiero di Pasquale Di Matteo, CEO di Soulharmony ed esperto di branding e comunicazione, è chiaro, dunque: gli artisti sono i veri protagonisti degli eventi. Non devono essere le star famose, i politici o i critici d’arte a dominare la scena.

Critico italiano Pasquale Di Matteo

Ecco perché Soulharmony Gallery invita a cercare l’esclusiva, che il critico d’arte internazionale, Pasquale Di Matteo, spiega così: «Un evento esclusivo mette al centro l’artista. Dieci, massimo venti artisti partecipanti, se si tratta di evento fisico. Se, invece, la mostra è virtuale, bisogna realizzare un video per massimo cinque artisti, in modo che tutti abbiano visibilità. Inoltre, un evento esclusivo si preoccupa di presentare gli artisti prima che cominci l’evento, durante e dopo, anche a distanza di settimane. Presentazioni con tanto di critica, post e articoli scritti con competenze SEO e di comunicazione. Non a caso, ho voluto specializzarmi in comunicazione e branding con una laurea ottenuta quest’anno, perché le competenze acquisite con lauree di vent’anni fa sono preistoria.»

In un mondo in cui l’arte viene spesso eclissata da altre forme di intrattenimento e da personaggi in cerca di palcoscenici per tornare di moda, Soulharmony Gallery sta mettendo gli artisti al centro.

Il nuovo corso promette di essere un’esperienza straordinaria per coloro che sono stanchi delle varie figurine da comparsa, di quei personaggi con cui fare selfie agli eventi, ma che non portano alcun valore al proprio percorso artistico.

Un nuovo corso che porterà vantaggi grazie al reale e concreto valore aggiunto al nome dell’artista, in virtù di una visione più profonda dell’arte e meno mercificata.

Soulharmony Gallery è in continua mutazione: il limite massimo di artisti inseriti nello stesso periodo è di venti unità, per permettere a tutti la visibilità che serve, ma spesso si liberano dei posti.

Per chiedere informazioni, invia una mail a: info@pasqualedimatteo.com.

Informazioni su Pasquale Di Matteo, Digital Marketing Specialist, scrittore e critico d’arte internazionale

Pasquale Di Matteo è un Digital Marketing Specialist, scrittore e critico d’arte internazionale.

È un esperto di comunicazione laureato. Ha intervistato personaggi noti e organizzato eventi in tutta Italia, anche con artisti stranieri.

Scrive ogni anno sull’importante catalogo d’arte giapponese, Art Maison, pubblicato in Giappone e realizza contenuti per siti, Canali YouTube, podcast, inoltre gestisci profili social.

Ha scritto i thriller Il Segreto di Lukas Kolfer, Il Lato Oscuro del Tempo e Mistero Profondo, tutti disponibili sulle piattaforme online e ordinabili in libreria, inoltre è autore dei saggi I Veri Artisti Contemporanei, volumi 1, 2, 3.

(Mistero Profondo è l’unico in esclusiva Amazon)

Pasquale Di Matteo collabora con artisti, professionisti e aziende per elevare il loro brand attraverso strategie di comunicazione e di gestione dei profili social.

Il suo sito personale è: pasqualedimatteo.com.

I CURATORI SOSTITUISCONO GLI ARTISTI PERCHÈ NON SANNO FARE BRANDING.

Siamo di fronte a una deriva epocale, un paradosso così grottesco che solo un sistema autoreferenziale e malato poteva partorire.

Il mondo dell’arte rende protagonisti più i curatori e i selezionatori degli artisti.

Ormai, entrate nel sito di un evento famoso e trovate le foto del critico arcinoto, dell’ospite d’onore, dei curatori, ma nemmeno un artista.

È come aprire il sito di Wimbledon e trovare le foto degli arbitri, degli organizzatori, degli accompagnatori e non di Sinner e Alcaraz.

Questo non è un semplice scambio di ruoli e no, non si tratta neppure di un errore.

È il sintomo di un linguaggio artistico profondamente indebolito, omologato e incapace di produrre verità, soprattutto, incapace di produrre ciò che serve agli artisti oggi.

No, non è vero che è tutta colpa dell’assenza di artisti carismatici e di opere memorabili, anche se ci sono troppi artisti “fotocopia” e pochi capaci di dire qualcosa di interessante.

La verità è che, ormai, con il mondo online che vale più di quello reale, gli eventi fisici sono solo un tornaconto per i curatori, se non si tratta di eventi esclusivi, dove si può dare molto spazio agli artisti.

E per esclusivi, intendo eventi in cui si possa parlare degli artisti prima, durante e dopo la mostra, dove gli artisti non sono stipati in capannoni o palazzi lussuosi, a centinaia, ma in sale raccolte, con un massimo di 20 partecipanti.

Solo così si può portare avanti quel lavoro di branding che è l’unico che serva davvero oggi per un artista.

Perché, che piaccia oppure no, che tu sia idraulico, avvocato, medico o calzolaio, se non esisti per Google, non esisti per nessuno, se non per i tuoi parenti, gli amici e qualche passante.

Non esiste attività che possa andare a gonfie vele, oggi, senza un’ottima brandizzazione.

Nessuno sceglie una bevanda sconosciuta o un vino da quattro soldi, potendo optare per CocaCola e per il Brunello di Montalcino. E non perché siano di qualità, ma perché hanno un blasone. Allo stesso modo, un collezionista compra Picasso per il nome, senza che debba piacergli per forza.

Contava trent’anni fa e conta molto di più oggi. Perché oggi, a differenza di trent’anni fa, i galleristi non possono prendere in giro i collezionisti, spacciando dei signori nessuno per futuri Van Gogh.

Oggi, ci si documenta immediatamente su Internet e, se cercando Marco Bianco esce l’elettricista e l’osteopata, ma neanche una riga sul pittore, significa che quel pittore vale zero a livello di brand. Può avere anche un curriculum chilometrico, ma conta il brand.

Il resto, comprese le strategie che funzionavano fino a ieri, è aria fritta.

Il problema è che non tutti i professionisti dell’arte hanno studiato Branding e Marketing negli ultimi cinque anni, perciò cercano di barcamenarsi tra il sentito dire e lo “speriamo che me la cavo”. E non tutti hanno voglia di continuare a tornare nelle aule universitarie, come, invece, fa da sempre il sottoscritto.

Il curatore tradizionale non è più un facilitatore né è più un critico illuminato che stende un ponte tra l’opera e il pubblico, semplicemente perché non è più così che si deve lavorare per gli artisti.

Tuttavia, non sapendo come lavorare oggi, ecco che è diventato l'”autore”. L'”artista supremo” che usa gli artisti veri come colori sulla sua personale tavolozza, per riqualificarsi come personaggio.

Se ci badate, anche i nomi più blasonati, durante i vernissage parlano più di sé stessi e dell’evento. Solo raramente fanno qualche accenno alle opere in esposizione, ma non spendono praticamente mai due parole per gli artisti.

Il risultato è che, se cercate quell’evento a cui avete partecipato due o tre anni fa, su Internet trovate la locandina, le foto del professorone super mega famoso, persino l’attrice star intervenuta come madrina, ma su di voi trovate, nella migliore delle ipotesi, solo qualche foto che avete scattato voi e postato sui vostri social.

Anche perché, spesso, si tratta di vere e proprie fiere, con oltre duecento pittori in mostra. Come si può lavorare sul nome di un artista, se lo si fa esporre insieme ad altri 199?!

E come si può presentare ciascun artista – come invece faccio io a tutti i miei eventi con max 20 artisti – se sono 200?!

IL FALLIMENTO DELL’ARTISTA DA 10 MOSTRE L’ANNO.

Il problema, tuttavia, è anche da parte degli stessi artisti, che faticano a comprendere che non esiste una domanda di arte. Nessuno aspetta il sabato per correre ad acquistare un’opera.

Le persone vogliono computer, smartphone, tablet, una pizza con gli amici, un nuovo paio di scarpe.

Poi, certo, tra i più facoltosi – e anche i più intelligenti in materia di investimenti – qualcuno desidera investire qualche soldo in opere d’arte, ma non cerca qualcosa che gli piaccia da appendere sopra il camino.

Quello è l’acquirente sporadico, occasionale. Il vero intenditore investe. Perciò compra solo ciò che gli garantisca un guadagno nel breve/lungo periodo.

Ecco perché non si compra tizio o caio, anche se le sue opere sono fantastiche ed è laureato all’accademia.

Si compra un nome, perché il nome colpisce, come CocaCola e il Brunello. Come Djokovic.

Se vedessi in vendita la mia racchetta usata nell’ultima partita della mia carriera a 5000 euro, ti metteresti a ridere, domandandoti, “ma chi accidenti è questo?!”

E avresti ragione. Perché la mia carriera è stata solo nei dilettanti ed è durata un paio di stagioni.

Ma se Djokovic mettesse in vendita la sua, quando deciderà di ritirarsi, a 5000 euro, penseresti che è un affare.

Infatti, per il più grande tennista della storia, – numero di trofei alla mano – un’operazione del genere potrebbe partire almeno da 50.000 euro. E a un’asta, le cifre potrebbero diventare iperboliche.

Ma immagini il valore di quella racchetta quando Djokovic sarà passato a miglior vita – augurandogli di campare il più a lungo possibile, ovviamente?

LA SOLUZIONE È NEL CAMBIO DI PARADIGMA. FISICO ESCLUSIVO E DIGITALE.

Il vecchio modello è morto. È dispendioso, inefficace e autolesionista. Correre di città in città per partecipare a collettive affollatissime è un percorso da formiche.

Non serve a nulla. Nessun collezionista serio acquista da perfetti sconosciuti. Acquista da artisti che hanno un brand solido, una visibilità calibrata e un mercato secondario affidabile.

Oggi la vera rivoluzione è tecnologica e di comunicazione.

Conta esistere online, in gallerie virtuali ad alta visibilità che lavorano per indicizzare il nome dell’artista. Che costruiscono il suo brand 24/7, in tutto il mondo.

Che mettono l’artista al centro, non il curatore.

VIDEO DI UNA MOSTRA VIRTUALE IN SOULHARMONY

SOULHARMONY GALLERY: UN ESEMPIO VIRTUOSO DI COME SI DOVREBBE OPERARE.

Per questo ho creato Soulharmony Gallery, nel 2017. E Soulharmony aveva già allora una visione chiara: il futuro è il branding dell’artista attraverso il digitale.

Una galleria che lavora per l’artista, non per i curatori. Una galleria che si sta rifacendo il look per un 2026 che sarà ricco di sorprese internazionali per gli artisti che ne faranno parte.

Costruisce la sua narrazione, la sua visibilità, il suo valore di mercato in un ecosistema globale. È l’unico modo per emanciparsi dal sistema malato delle fiere e delle mostre.

Il progresso tecnologico non è solo uno strumento. È la strada maestra per restituire centralità al genio creativo dell’artista, bypassando il rumore di fondo di un sistema che ha smarrito la sua rotta.

Tuttavia, il percorso non è con il vento in poppa e non si tocca terra dopo pochi giorni. Servono pazienza, disciplina e costanza. E bisogna farsi entrare in testa che, se prima non costruisci un nome solido, non potrai mai pretendere di vendere opere d’arte al giusto prezzo.

Potrai svenderne qualcuna di tanto in tanto. Ma, per la legge dei grandi numeri, talvolta capita a tutti.

Conosco anche pittori domenicali che si vantano di vendere decine di opere online, in tutta Europa e senza aver mai fatto branding con nessuno. Peccato che chiedano 250 euro per opere 100×100 centimetri, compreso il trasporto della tela.

Coprono a malapena i costi, tra tela, colori e trasporto. Senza considerare l’opera dell’ingegno, le ore di tormento, di ideazione e di realizzazione. E gli anni di studio?

Quando un avvocato vi chiede 500 per una lettera, pagate anche i suoi studi, la sua competenza. E se è bravo e noto, vi chiede molto di più. Un Taormina, per esempio, non è per tutti.

Ah, anche Soulharmony non è per tutti. Solo al massimo 35 artisti durante tutto l’anno.

Perché dobbiamo avere il tempo di lavorare per ciascuno.

Ora, se vuoi provare a entrare in Soulharmony Gallery, inviami, senza impegno, alcune tue opere a:

info@pasqualedimatteo.com.

Dott. Pasquale Di Matteo